Recensione: Non ti addormentare

  • Autore: S. J. Watson
  • Genere: Thriller psicologico
  • Pagine: 416
  • Editore: Piemme

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Trama: Ogni mattina Christine si sveglia senza ricordi, senza passato, senza identità. E’ Ben, suo marito, a spiegarle ogni giorno chi è lui, chi è lei, e cosa le è successo anni prima: un incidente che ha stravolto la sua esistenza, privandola della memoria e costringendola a ricominciare ogni volta un difficile apprendimento. Ma Ben le dice tutto? E, se è così, perchè non le ha parlato del dottor Nash, il giovane neuropsichiatra che segue il suo caso e che la spinge ad avere un diario segreto? E perchè su una pagina di questo diario Christine ha scritto “non fidarti di Ben”? Giorno dopo giorno, lampi di memoria attraversano la mente di Christine…”

Come mi sentirei se ogni mattina non ricordassi chi sono, dove sono e chi sono le persone accanto a me? E’ questa la domanda che mi sono più volte posta mentre leggevo questo romanzo. Mi chiedevo come sia possibile fidarsi di una persona che non riesci a collegare a nessun ricordo della tua vita passata. Perchè è questo che succede a Christine, una donna che si trova ad essere una sconosciuta per se stessa ogni volta che apre gli occhi. La trama di questo psyco-thriller è qualcosa di unico nel suo genere e non è una storia buttata sulle pagine a caso: è ben pensata e ricca di dettagli che fanno capire come una simile situazione, apparentemente così tanto remota, può accadere a chiunque. La trama può sembrare a tratti lenta, dato che la protagonista è costretta a ripetere ogni mattina le solite azioni per arrivare a capire cosa sta succedendo nella sua vita, ma lo scrittore è riuscito ad imprimere alla storia una tale suspance da indurre la persona che legge a non staccarsi dalle pagine. E’, quindi, il lettore stesso che dà velocità alla narrazione. Proprio per questo è un libro che si legge in pochissimo tempo nonostante le sue 416 pagine. La protagonista è molto ben caratterizzata: appare come una donna forte che non si arrende mai e che continua a cercare la verità anche quando le sembra di avere la verità tra le mani. Particolare anche la figura di Ben, l’uomo che ogni giorno si sveglia insieme a lei e che ha la pazienza di spiegarle tutta la sua vita… o quasi.

Un romanzo eccezionale. Non sono riuscito a smettere di pensarci anche dopo averlo finito

Dennis Lehane

Sicuramente non è un libro che si dimentica. Fa riflettere su molti aspetti della vita, ma soprattutto sul valore dei ricordi. Ognuno di noi non sarebbe se stesso senza le esperienze passate, senza le persone che abbiamo incontrato e con cui abbiamo vissuto momenti importanti, senza i dolori e le gioie passate, senza le nostre abitudini. Tutti questi elementi formano la nostra identità, senza la quale saremmo solo dei contenitori vuoti.

Consiglio questo romanzo a tutti gli amanti del genere thriller e anche a coloro che hanno voglia di avvicinarvisi per la prima volta!

 

Recensione: Una presenza in quella casa e Il risveglio di Sunshine

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  • Autore: Paige McKenzie
  • Genere: Fantasy
  • Editore: Giunti

    “Nell’istante in cui sto per cedere nel sonno, sento una voce di bambina, poco più di un sussurro: ‘Notte, notte'” Nella nuova casa di Sunshine si avverte qualcosa di inquietante: oggetti che si spostano, risatine nel cuore della notte, ombre misteriose nelle foto che scatta… La madre adottiva, con cui Sunshine ha un rapporto aperto e affettuoso, insiste nel dire che è tutto frutto di immaginazione e comincia a comportarsi in modo sempre più comprensibile. C’è solo una persona che dà credito ai timori di Sunshine: Nolan, un compagno di liceo che condivide la sua passione per la fotografia ed è disposto ad affiancarla per studiare i vecchi casi di cronaca nel tentativo di capire cosa stia davvero succedendo. La tensione sale inarrestabile e le cose peggiorano quando le risatine si trasformano in urla e singhiozzi. Cosa nasconde quella casa? Sunshine è in preda al terrore, ma deve farsi forte se vuole salvare la madre da una sorte peggiore della morte.

Cercando in libreria qualcosa da leggere ad Halloween, mi sono imbattuta in un libro, “Una presenza in quella casa”, che mi ha colpito prima di tutto per la copertina semplicemente spettacolare: i colori, la grafica, l’immagine sono d’impatto e lo stesso vale per il sequel, “Il risveglio di Sunshine”. Altrettanto allettante è stata la trama: la storia di una ragazza che si trasferisce in una casa molto inquietante in cui accadono cose strane. Non c’era niente di più azzeccato per la notte di Halloween.

“Quando vivi in un posto stregato non sei mai sola”

Sia il primo sia il secondo libro sono composti da circa 300 pagine che si leggono in un battito di ciglia. Lo stile, infatti, è molto semplice ed incalzante e la storia cattura sin da subito. Si è portati a continuare nella lettura fino alla fine per poter comprendere bene che cosa stia succedendo nella casa stregata e che ruolo ha Sunshine, la protagonista, in tutta la vicenda. Troviamo, inoltre, una terminologia nuova e una figura fantastica del tutto originale che non ha niente a che fare con quelle che solitamente si incontrano nel paranormal romance e, in generale, nel fantasy. Siamo quindi di fronte a qualcosa di sconosciuto e la voglia di capire le caratteristiche di questo nuovo essere porta a leggere entrambi i libri molto velocemente. Non è una lettura impegnativa e particolarmente spaventosa probabilmente perchè destinata ad un pubblico giovane. Nonostante questo l’ho saputa apprezzare sopratutto dopo aver letto un libro più impegnativo come “Le notti di Salem“. Lo consiglio, quindi, a chi ha voglia di leggere qualcosa di nuovo e magari qualcosa che si avvicina al genere horror senza esagerare e senza avere incubi notturni.

Recensione: Le notti di Salem

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  • Autore: Stephen King
  • Genere: Horror
  • Editore: Sperling & Kupfer
  • Pagine: 656

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Tempo fa decisi di iniziare a leggere qualcosa di Stephen King, avvicinandomi per la prima volta non solo allo scrittore, ma anche al genere horror. Tra le mani mi capitò un libro (“La bambina che amava Tom Gordon”) che in realtà non mi ha lasciata entusiasta ed estasiata. Per mesi mi sono chiesta cosa ci vedessero i lettori nei libri di King. Poi mi sono decisa a dargli un’altra possibilità e ho letto “Le notti di Salem”. Posso sinceramente affermare di essermi completamente riveduta sull’opinione che avevo di questo scrittore.

Cosa sarebbe potuto succedere se Dracula fosse comparso non nella Londra di fine secolo ma nell’America degli anni Settanta. «Probabilmente finirebbe a New York e verrebbe investito e ucciso da un taxi come Margaret Mitchell ad Atlanta». «E se venisse qui nel Maine? Se finisse in campagna?».

Il romanzo narra le vicende di una piccola cittadina del Maine, Jerusalem’s Lot, dove iniziano ad accadere fatti strani che coincidono, tra l’altro, con l’arrivo di Ben Mears. Ben è uno scrittore che, in cerca di ispirazione per il suo nuovo libro, si trasferisce in questo paese per scrivere qualcosa su Casa Marsten, una casa abbandonata nella quale da ragazzino ha vissuto una terribile esperienza. Aiutato da Susan, una giovane ragazza di cui è innamorato, da Mark, un corraggiosissimo giovane e da altri pochi amici, Ben cerca di capire cosa sta causando la morte e la scomparsa di molti cittadini di Salem’s Lot.

Inizialmente ho avuto qualche problema nell’approcciarmi alla storia. E’ scritta in maniera fluida e lineare, ma la moltitudine di personaggi rischiava di mandarmi in tilt. Dopo qualche capitolo, però, ho iniziato a destreggiarmi tra tutte le vicende dei cittadini di Salem’s Lot, affezionandomi a qualcuno e odiandone qualcun altro. La scrittura di King è eccezionale. Ha saputo descrivere con sorprendente maestria le atmosfere cupe, l’ansia e le paure dei personaggi, i loro sentimenti, i loro incubi. Quella dei personaggi è una descrizione a tutto tondo. Non assistiamo solo alle loro azioni, ma percepiamo i loro dilemmi interiori e la loro complessità psicologica. Alla fine del libro avremo la sensazione di averli conosciuti nella realtà. Fantastica è la caratterizzazione dell’antagonista che, anche se non compare subito sulla scena, è stato uno dei miei personaggi preferiti. La figura del vampiro non risulta banale e scontata, ma semmai affascinante: incute terrore, ma è ammaliante e quando un libro ti da sensazioni molto forti (gioia, tristezza, paura) si capisce che è un libro davvero ben scritto. Stephen King, a mio parere, ha scritto un capolavoro. Ho adorato questo libro e penso che continuerò a leggere qualcos’altro del maestro dell’horror. Lo consiglio a chi ha voglia di emozioni forti e non ha paura degli incubi che tengono svegli di notti.